FOTOGRAFO
Maggese.
Mi trovo in uno stato transizionale caratterizzato da una quiete vigile e da una consapevolezza ricettiva perché da un’anno a questa parte ho deciso di lasciare il campo della mia mente libero in attesa di ritrovare l’energia giusta per coltivarmi. “Maggese” narra la mia transumanza, quella dall’Abruzzo alla Puglia, un viaggio emotivamente lungo, un salto nel vuoto ricco di adrenalina, un nuovo ambiente dove ricominciare, uno stato d’animo in larga misura non verbale, fatto di immagini e che si esprime in modo cinestetico. Questo stato d’animo è sperimentato ed espresso in gran parte attraverso il silenzio, persino con me stesso. Decido di fermarmi a guardare con la speranza di pormi delle domande e comincio a notare come dentro di me si sono fossilizzati degli interessi che vanno oltre la progettualità che si susseguono con una cadenza fissa ma a cui faccio caso solo ora che comincio a riguardarli, questi interessi sono universali e imprescindibili dal luogo in cui mi trovo. Costruisco man mano un percorso di memoria sentimentale, un percorso per conoscermi meglio attraverso le mie immagini.
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